Il ciclo del carbonio e la gestione del patrimonio boschivo
Come tutti sanno l’atmosfera terrestre contiene una quantità di carbonio insostenibile che produce l’effetto serra con le devastanti conseguenze che conosciamo: scioglimento dei poli, desertificazione di ampie aree del pianeta e il succedersi di eventi atmosferici estremi. Tutte queste sono le conseguenze di una eccessiva immissione di CO2 nell’atmosfera derivante dall’attività umana.
Con la loro crescita le piante assorbono il carbonio nell’atmosfera contribuendo a ristabilire l’equilibrio nel ciclo del carbonio oggi alterato dall’attività umana. Anche in passato le piante hanno fatto questo. In epoche geologiche remote hanno reso abitabile il nostro pianeta assorbendo il carbonio emesso dai vulcani che rendeva la terra un pianeta inospitale.
Ora le piante e gli alberi in particolare hanno il compito essenziale di assorbire l’eccesso di carbonio immesso dall’uomo con la combustione di combustibili fossili.
Anticamente i combustibili fossile erano piante anch’essi. Il petrolio è costituito dalla liquefazione di sostanze vegetali immagazzinate nella viscere della terra a seguito dei movimenti della crosta terrestre. Da un certo punto di vista sarebbe meglio che il petrolio rimanesse sepolto nelle viscere della terra. Tuttavia al momento è troppo comodo usarlo per la mobilità, la produzione industriale ed il riscaldamento residenziale anche se tutti – o molti – stanno cercando di porre un limite a questo eccessivo utilizzo.
Indubbiamente lo sforzo di piantare alberi è fondamentale per assorbire il carbonio nell’atmosfera e ripristinare l’equilibrio.
Alcuni paesi si stanno impegnando moltissimo. Ad esempio la Scozia ha programmato di piantare 22,5 milioni di alberi ogni anno.
https://www.youtube.com/watch?v=QqEYS23TsQE
Anche l’Irlanda è molto attiva in questo senso avendo abbracciato un progetto ambizioso di piantare 440 milioni di alberi entro il 2030
https://www.lifegate.com/people/news/ireland-440-million-trees
Questi sforzi sono encomiabili e vanno uniti allo sforzo di ridurre le immissione di carbonio nell’atmosfera cambiando tecnologie ed abitudini. Il fine è quello di riequilibrare il ciclo del carbonio tra quello immesso e quello assorbito dal sistema.
Il ruolo delle costruzioni in legno
Costruire case in legno, realizzare panelli in X Lam, usare travi in legno per solai sono tutti modi di sequestrare carbonio dall’atmosfera e fissarlo nelle strutture delle nostre abitazioni almeno per il periodo di vita delle nostre case e palazzi.
Il legno da costruzione deriva dal taglio di una pianta matura. A seguito del taglio di una pianta matura segue la piantumazione di 2 o 3 nuove piante con la conseguenza di rinnovare l’apparato boschivo.
Come viene spiegato in questo recente articolo della BBC le giovani piante sono molto più attive delle piante mature nell’attività di cattura del carbonio nell’atmosfera pertanto il ciclo di taglio e piantumazione è un ciclo molto utile nella lotta all’eccesso di carbonio nell’aria.
L’X Lam e le foreste inutilizzate
L’X Lam è stato inventato in Austria con lo scopo di promuovere l’uso del legno nelle costruzioni ma anche per utilizzare un patrimonio di foreste inutilizzate inizialmente piantate per la produzione di carta e truciolare.
Il taglio di queste foreste ed il loro ringiovanimento è un vantaggio per l’ambiente. Le foreste mature smettono di assorbire carbonio. Sono gli alberi giovani i principali attori di assorbimento di carbonio dall’atmosfera.
Il taglio e la piantumazione di alberi è essenziale per l’assorbimento di carbonio
Piantare due alberi per ogni uno tagliato
Il principio della sostenibilità prevede di piantare due o tre alberi per ogni albero tagliato.
Le foreste non opportunamente gestiste di abete rosso maturi smettono di ottimizzare la loro utilità sul piano ambientale, in quanto sono gli alberi giovani che hanno maggiore capacità di assorbimento di CO2 dall’atmosfera.
Grazie al loro intenso e vigoroso sviluppo gli alberi giovani sono un vero toccasana per l’atmosfera terrestre.
La maturità di una foresta di abete rosso avviene dopo 80 anni. Dopo quel periodo la sostituzione degli alberi garantisce che nuove piante giovani e voraci di carbonio attuino la pulizia dell’aria che auspichiamo.
Quindi dove mettere il legno maturo?
Il consumo di carta si è molto ridotto con l’avvento dell’informatica, così molte foreste d’Europa rimangono inutilizzate e richiedono rinnovamento. L’invecchiamento delle foreste le rende anche acide e infruttuose. Gli eccessivi aghi di pino ed i rami secchi si trasformano in carbonio con la loro macerazione e peggiorano l’equilibrio positivo del carbonio assorbito ed reimmesso.
La soluzione più ecologia e funzionale è di utilizzare il legname per costruire case in legno
La casa in legno cattura il carbonio che altrimenti sarebbe scaricato nell’atmosfera. Anche abbandonato a marcire, il legno contribuisce all’innalzamento di CO2 nell’atmosfera.
A lunghissimo termine il legno si trasformerà in petrolio o carbone come è avvenuto nelle epoche passate. Ora però con l’eccesso di utilizzo di combustibile fossile il ciclo del carbonio si è interrotto e l’equilibrio tra immissione ed assorbimento deve essere ristabilito con l’aiuto di tutti.
Tagliare, ripiantare utilizzare il legno nelle costruzioni
In ogni paese sviluppato dall’Italia all’Inghilterra agli Stati Uniti ed ora anche in Francia ed in altre nazioni il legno sta sostituendo il calcestruzzo. Tuttora ogni anno viene gettato abbastanza calcestruzzo da coprire una nazione come la Gran Bretagna.
Il calcestruzzo contribuisce per il 4% delle emissioni di carbonio nell’atmosfera. Le costruzioni in legno grazie al loro peso (circa il 20% delle costruzioni tradizionali) richiedono molto meno calcestruzzo anche nelle fondazioni permettono così di essere realizzate con una ridotta emissione di carbonio in fase di produzione di calcestruzzo e di immagazzinare carbonio nella struttura.
Il legno in Giappone
Sessant’anni fa in Giappone gli americani hanno piantato con il piano Marshall tantissime piante di abete. Quelle piante che ora hanno circa sessant’anni sono mature per essere ringiovanite e utilizzate per le costruzioni in legno.
Infatti anche in Giappone si sta diffondendo sempre maggiormente l’uso del legno e in particolare dell’X Lam delle costruzioni.
Anche il Giappone infatti come l’Italia è un paese soggetto a rischio sismico e nel legno i giapponesi hanno identificato uno strumento per combattere questo rischio a noi comune.
È famosissima infatti un video su YouTube https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=T08KRyVhyeo prodotto da una ditta società italo – giapponese che esemplifica la resistenza di una costruzione di cinque piani sottoposta alle accelerazioni pari a quelle del terremoto di Kobe https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Kobe_del_1995 che ha distrutto 500.000 abitazioni.
Conclusione
Una pubblicità degli anni ’70 diceva ‘usate la plastica per salvare gli alberi’ oggi sappiamo che un uso del legno corretto contribuisce a sviluppare preziosi progetti di vasta riforestazione che ci consentiranno di ridurre grandemente la presenza di carbonio nell’atmosfera.
Sappiamo anche che solo piantare alberi non basta, serve anche ridurre drasticamente le emissioni. E’ per questo che le nuove case che realizziamo combinano le due cose insieme: grazie alla struttura in legno fissano il carbonio nello spazio e, grazie all’elevato isolamento e all’uso di pompe di calore, garantiscono emissioni zero.